Il mondo delle fedi si mobilita per le rinnovabili
Le religioni si mobilitano per le energie pulite. A novembre si celebra l’anniversario dell’Accordo di Parigi, elaborati 5 anni fa e la cui firma finale ha impegnato nel 2018 ben 195 nazioni appartenenti alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Paesi che si sono impegnati a contenere l’aumento della temperatura media globale ben al di sotto della soglia di 2 °C oltre i livelli pre-industriali, e di limitare tale incremento a 1.5 °C.
Per questo è importante che nei giorni scorsi 47 istituzioni religiose (cattoliche, protestanti, ebraiche) di 21 paesi abbiano lanciato un appello affinché i capi di Stato prendano impegni a favore dell’energia pulita. Non si tratta solo di parole, ma di gesti concreti. Perché si tratta dell’impegno di un totale di 400 soggetti di diverse religioni che hanno deciso di disinvestire dalle fonti fossili a favore delle energie pulite.
Cattolici capofila
Il mondo cattolico è capofila di questa importante azione e, partendo dalla enciclica Laudato sí di Papa Francesco, il Forum internazionale di Azione Cattolica, la Riunione mondiale delle organizzazioni Femminili Cattoliche, la Commissione delle Conferenze episcopali dell’Unione europea, l’American Jewish World Service e le Chiese Anglicane e Metodiste del Regno Unito, si sono mosse con l’obiettivo di mettere pressione ai leader politici a mantenere i loro impegni per l’energia pulita. E Daniela Finamore, ha precisato che in questa battaglia ci siano “anche buddisti, induisti e musulmani che si trovano assieme per poter fare delle strategie che possono unire il mondo della fede nell’ambito della sostenibilità, dell’economia verde e di un futuro pulito.”
Motore di cambiamento positivo
Mentre spesso la politica si aggrappa ai modelli economici di ieri, i leader religiosi guardano avanti, come ha sottolineato in una nota di apprezzamento il direttore esecutivo del Programma Ambientale dell’ONU.
“Il potere economico delle fedi, rivolto agli investimenti responsabili e all’economia verde,- ha sottolineato Inger Andersen – può essere un importante motore di cambiamento positivo e un’ispirazione per altri, in un movimento di ricostruzione migliore”
Economy of Francesco
Ma che la Chiesa Cattolica faccia sul serio sul tema della green economy e delle fonti rinnovabili lo si vede anche dall’incontro con i giovani economisti voluto in persona proprio da Papa Francesco, che si inaugurerà domani 19 novembre e proseguirà fino al 21 prossimo. Al centro di “The Economy of Francesco” temi cruciali come il lavoro, la finanza, l’educazione, l’intelligenza artificiale, ma tutti visti attraverso l’ottica della conversione ecologista. Quest’anno la seconda edizione, a causa dell’emergenza Covid-19, si svolgerà in modalità online, con dirette e collegamenti streaming. Confermata anche la partecipazione diretta e “virtuale” di Papa Francesco.
Religioni a convegno
Tra i relatori in questo speciale appuntamento ci saranno, tra gli altri, Muhammad Yunus, economista e Premio Nobel per la pace 2006, Vandana Shiva, membro del Forum internazionale sulla globalizzazione, e Stefano Zamagni, presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali. Il successivo incontro, in presenza si spera, si terrà nell’autunno del 2021 ad Assisi, dove San Francesco si è spogliato di ogni mondanità e ha scelto Dio come stella polare della sua esistenza.